Balilla

domenica 31 dicembre 2023

Un nuovo anno

 


Il 2023 è stato un anno di crisi, ma anche di opportunità. La pandemia di Covid-19, che ha colpito il mondo intero dal 2020, ha provocato gravi danni alla salute, all'economia, alla società, alla politica, all'ambiente. Ma ha anche stimolato la ricerca scientifica, la solidarietà sociale, la cooperazione internazionale, la consapevolezza ecologica.

Il 2024 sarà un anno decisivo per il futuro dell'umanità. Dovremo affrontare le sfide che ci attendono, come la lotta al virus, la ripresa economica, la riduzione delle disuguaglianze, la prevenzione dei conflitti, la protezione del pianeta. Ma dovremo anche cogliere le opportunità che ci si presentano, come la diffusione della cultura, la valorizzazione della diversità, la promozione della pace, la realizzazione dei diritti.

Per questo, è necessario che tutti noi, come cittadini, come consumatori, come produttori, come esseri umani, ci impegniamo a fare la nostra parte, a contribuire al bene comune, a rispettare gli altri, a curare noi stessi. Solo così potremo sperare in un anno nuovo migliore, in un mondo nuovo possibile.

domenica 29 ottobre 2023

la guerra

la guerra 


La guerra è stata una costante nella storia dell'umanità, ma la sua inutilità è stata dimostrata innumerevoli volte. La guerra di oggi e quella di ieri sono diverse per molti aspetti, ma entrambe hanno causato sofferenza e distruzione. La guerra di oggi è spesso caratterizzata da conflitti tra nazioni o gruppi etnici, mentre quella di ieri era spesso motivata da ragioni religiose o territoriali. Tuttavia, in entrambi i casi, la guerra ha portato a morte e distruzione, lasciando cicatrici durature sulla società e sull'ambiente.

La guerra è spesso giustificata come un mezzo per risolvere conflitti o proteggere gli interessi nazionali, ma la realtà è che la guerra non risolve nulla. Invece, crea solo ulteriori conflitti e sofferenze. La pace può essere raggiunta solo attraverso il dialogo e la cooperazione tra le nazioni.

Come una volta disse Albert Einstein: "Non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma so che la quarta sarà combattuta con sassi e bastoni". Questa citazione sottolinea l'importanza di trovare modi pacifici per risolvere i conflitti e di evitare la guerra a tutti i costi.

Speriamo che un giorno l'umanità possa imparare dalla storia e trovare modi migliori per risolvere i conflitti senza ricorrere alla violenza,certo che una costanza del motivo che la scatena in genere sono due ifattori, soldi e ignoranza.

lunedì 30 gennaio 2023

LA VIOLENZA?.....UN CHIARO SEGNO DI DEBOLEZZA

 

Sono un semplice spettatore. Un uomo picchia una donna perché non ha accettato di ritornare con lui dopo la fine di una storia d'amore malato. Cos'è questa? Dei ragazzini buttano nel gabinetto l'astuccio del loro "compagno di classe" e lo umiliano ogni giorno pesantemente con insulti. Cos'è questa? Dei simpaticoni - almeno questo è quello che credono - danno un calcio sul muso di un cane scodinzolante dopo averlo avvicinato usando dei croccantini e pubblicando stoltamente ogni scena su YouTube. Cos'è questa? Violenza. Queste sono tutte forme di violenza. E non c'è bisogno della spiegazione di filosofi o dotti letterati per capire cos'è la violenza: quando la vedi, capisci che è lei, ti tocca anche se non sei direttamente toccato, e ti assale la rabbia, che si tramuta subito in senso di giustizia per non diventare come loro: i veri deboli che cercano di darsi un senso rendendo un inferno la vita degli altri. Chi provoca violenza non ama, non si ama, forse non ha mai provato l'amore, o forse è incattivo col mondo perché qualcuno glielo ha portato via. Ma la violenza può essere anche rovente, accecante, quando si perde la pazienza o peggio ancora la ragione, e si commettono i peggiori crimini; quando una religione ti stordisce così tanto da provocare attentati utilizzando i metodi più barbari. È una violenza che scoppia e distrugge, che non ha un timer, che non può essere prevista, e che si manifesta dopo essersi accumulata dentro a un cuore raggrinzito, nero, perché chi ama non fa violenza, perché se si ama una persona, la lasci libera di essere quello che è, senza imporle barriere dettate da religioni travisate o arcaiche, da società che hanno radici e corpo nel Medioevo più oscuro, da cervelli di gente non abituata a ragionare e a creare rapporti arricchenti con gli altri.

Ma alcune volte la violenza assume anche tratti grotteschi, che ti spingono a dire: "Ma per chi si stanno battendo questi violenti?". La violenza negli stadi è una tematica più che mai moderna, che riguarda tifosi inferociti, disposti anche ad ammazzare, creando dei veri e propri battaglioni di guerra armati di spranghe, coltelli, bombe-carte e a volte anche pistole. Non si combatte per il petrolio, non si combatte per portare la pace nel mondo (ma con la guerra si produce solo altra guerra), non si combatte per sovvertire un dittatore violento (come è successo in tante parti del mondo), ma per proteggere l'onore della propria squadra del cuore. Non che tutte le guerre elencate siano giuste, è però facile capire che si provoca violenza e morte per qualcosa di indifferente, che se esiste o non esiste non cambierebbe in meglio il mondo: il calcio. Un dio, per alcuni, che non deve essere toccato. Si manifesta così l'insensatezza della violenza, la voglia di avere il sopravvento sugli altri anche a costo di fare vittime. La voglia di sentirsi degli eroi innalzandosi su un piedistallo di cadaveri. Mi chiedo, a volte, se anche i violenti soffrono: cerco di entrare nelle loro teste non per giustificare ogni loro azione criminale, ma per capire se, nel loro passato, hanno avuto dei brutti momenti che li hanno spinti a diventare quello che attualmente sono. Di chi è la colpa di un uomo violento? Insicurezze di base così traballanti da portarlo a sottomettere gli altri per sentirsi migliore, assenza di empatia, oppure una società che gli ha tolto tanto e che non gli ha dato mai niente e per questo si scaglia sugli altri con forza vendicativa, o ancora una famiglia che non è riuscita a indirizzarlo per la giusta strada. 

domenica 8 gennaio 2023

 

Morto un Papa non se ne fa un altro: ma cosa significa il detto?

Alla morte di Papa Benedetto XVI, per la prima volta nella storia della Chiesa Cattolica, non si riunirà il classico conclave per l’elezione di un nuovo Papa. Ratzinger già nel 2020 rese noto di voler essere seppellito nella tomba che in precedenza ospitò Papa Giovanni Paolo II, presso la cripta di San Pietro. I resti di Wojtyla infatti sono stati trasferiti a seguito della sua canonizzazione. L’ex pontefice riposa oggi nella cappella che affianca la Pietà di Michelangelo.

Come abbiamo visto è la prima volta nella storia che “Morto un Papa” non se ne farà un altro. Il modo di dire spesso utilizzato in diversi ambiti ha un significato molto meno spirituale di quello che si potrebbe pensare. Indica infatti che nessuno, finanche il Papa, è insostituibile. Di consueto infatti alla morte di un pontefice segue sempre l’enclave per l’elezione del prossimo rappresentate di Dio.

sabato 1 ottobre 2022

 RIFLESSIONI…VOTAZIONI

Fratelli d’Italia L’italia sé destra!

Si potrebbe dire tanto tuonò che piovve…

Ma ogni commento è già stato fatto voglio riassumere queste votazioni con un grande poeta del passato lui dice tutto..

Cambiano gli attori e i partiti ma la sostanza è appropriata:

 

Ner modo de pensà c’è un gran divario;

Mi’ padre è democratico cristiano

E siccome è impiegato ar Vaticano

Tutte le sere recita er rosario;

De tre fratelli, Giggi ch’è er più anziano

È socialista rivoluzionario,

Io invece sò monarchico, ar contrario

De Ludovico ch’è repubblicano.

Prima de cena liticamo spesso

Pe’ via de ’sti principii benedetti:

Chi vò qua, chi vò là… Pare un congresso!

Famo l’ira de Dio! Ma appena mamma

Ce dice che so’ cotti li spaghetti

Semo tutti d’accordo ner programma.

(Trilussa)

martedì 26 aprile 2022

 Siamo un popolo di annichiliti dai fatti del mondo

Friedrich Nietzsche in uno dei suoi più celebri saggi dice che il nichilismo si manifesta quando i valori supremi dell’essere umano si svalutano. Significa che viene meno lo “scopo”, che vengono meno le risposte alla fatidica domanda «perché?», presupposto indispensabile a qualsiasi evoluzione umana. In parole povere, significa che prevale l’annichilimento delle coscienze, e che vengono meno quelle certezze per secoli ritenute incrollabili, quei capisaldi rappresentati proprio da quei supremi valori che, nel lungo percorso della Storia umana, hanno rappresentato l’incentivo ad andare avanti, a crescere, a migliorarsi, a lottare per il futuro. L’essere umano è alla costante ricerca della sicurezza. Vuole sicurezza sul posto di lavoro,, nelle relazioni di coppia, all’interno della propria famiglia, con i proprio risparmi… il che è logico, poiché il nostro scopo principale è sopravvivere.
Quando ci preoccupiamo per qualcosa, crediamo che, in questo modo, riusciremo a prevenire circostanze spiacevoli che potrebbero presentarsi nella nostra vita. Il problema, però, è che finiamo per diventare ossessionati dalla certezza, il che ha terribili ripercussioni sulla nostra salute emotiva.
È evidente che nella vita si hanno certe responsabilità ed è quindi necessario occuparci al meglio delle questioni che ci riguardano. Tuttavia, bisogna fare una chiara differenza tra l’occupazione e la preoccupazione. Occuparsi di qualcosa significa adottare un atteggiamento attivo che tende a trovare delle soluzioni, ma ricordandosi sempre che esistono cose che sfuggono al nostro controllo e che ciò non cambierà mai, per quanto possiamo preoccuparcene e riempirci d’ansia.
D’altra parte, invece, preoccuparsi significa occuparsi in anticipo, viaggiare con la propria mente verso il futuro, verso ciò che ancora non esiste e situarsi nella peggiore situazione possibile, il che fa nascere un’ansia esagerata che non fa che bloccarci.
La vita di noi umani è troppo corta per tutto questo,è per questo che il futuro non può essere qualcosa di materiale… ma qui si passa ad un’altro tipo di liberazione.

domenica 13 febbraio 2022

 SIAMO ALLA FOLLIA

Siamo ancora una volta  alla vigilia di una guerra dalle conseguenze imprevedibili, che vedrà coinvolte le potenze occidentali (quante ancora non è dato sapere) NATO e America contro Russia.

Non oso pensare alle consequenze ,economiche, geopolitiche,e anche di vite umane.

Ma che cos’è la “guerra”? Volendo semplificare, ogni forma di guerra è una lotta armata e sanguinosa che si svolge fra Stati o fazioni di uno stesso Stato (<<Guerra civile>>), con lo scopo o di abbattereatterrare l’avversario, sconfiggerlo, rendendolo impotente, impossibilitato a rinnovare la lotta, e di imporgli la pace che si vuole.

Come ha scritto L. Bonanate: “ Tra tutti gli eventi che hanno contrassegnato la storia dell’umanità, nessuna ha altrettanta importanza della guerra: nulla provoca un così grande impiego di vite umane, di risorse economiche, di distruzioni materiali, di devastazione di luoghi (naturali e costruiti), per la semplice ragione che essa consiste nell’applicazione della maggiore violenza possibile che è ritenuta necessaria al fine di piegare la volontà di un avversario.” In effetti, pensiamo che la sola seconda guerra mondiale produsse circa 50 milioni di morti, altrettante furono coinvolte nello sforzo bellico, intere città (Dresda, Hiroshima ecc.) vennero completamente distrutte …

Oggi lo sviluppo della tecnica e della scienza applicata agli armamenti ha reso possibile la distruzione della civiltà e dell’intera specie umana. Oggi più che in passato gli uomini giocano con il fuoco, la posta è assoluta: la possibilità di mettere la parola fine all’avventura umana sulla Terra.